Fatti di Firenze e Pisa.

...Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento...

Impossibile per Comunità educanti realmente tali non riflettere e prendere posizione sui recenti fatti di Firenze e di Pisa.

A Pisa, in particolare, studenti e insegnanti di una scuola superiore hanno assistito con sgomento, dalle finestre della loro scuola, agli scontri violenti fra altri studenti, anche minorenni, che manifestavano per ragioni di politica internazionale e Forze dell’ordine, impiegate a far rispettare la Legge e garantire la sicurezza. Scontri analoghi a Firenze.

Ecco, la Scuola, di fronte ad accadimenti come questi, non rimane alla finestra e inequivocabilmente si esprime, ribadendo il ruolo che le è proprio.

Numerosi dirigenti scolastici toscani, come Dirigenti dello Stato, si sono infatti di recente rivolti al Ministro dell’Istruzione e del Merito, per rendere nota la loro preoccupazione.

Immediatamente avevano autorevolmente espresso il loro sdegno i Rettori di Atenei pisani. Addirittura il Consiglio Pastorale dell’Arcidiocesi di Pisa e l’Arcivescovo hanno ritenuto di esprimere profonda preoccupazione e sconcerto per gli scontri.

Uno Stato maturo non può mai contrapporre i propri valori fondanti: il rispetto e la cura incondizionati che uno Stato deve esercitare nei confronti del suo tesoro più importante, cioè le giovani generazioni, non possono essere contrapposti al rispetto e alla gratitudine incondizionati che uno Stato e i suoi cittadini devono nutrire nei confronti delle Forze dell’ordine, che con competenza, sprezzo del pericolo e sacrificio garantiscono la libertà effettiva e la sicurezza di tutti, soprattutto dei più fragili e deboli.

Né possono mai essere contrapposti valori democratici fondanti come la libertà di pensiero, di espressione e dimanifestazione e la sicurezza sociale.

Non molte settimane fa il “Salvemini – Duca D’Aosta” ha promosso e accolto con gratitudine e spirito di piena collaborazione l’azione di controllo e prevenzione da parte delle Forze di Polizia cittadine volta a contrastare lo spaccio di stupefacenti nei luoghi frequentati da giovani studenti: l’esito fortunatamente è stato negativo, ma in ogni caso l’azione è stata condotta con la discrezione, la professionalità, vorrei dire il tatto educativo, su cui una Comunità educante deve poter contare, per essere credibile.

Non molto tempo dopo, la Scuola, come è suo dovere, si è attivata per favorire l’attività di orientamento in uscita da parte di tutte le Forze dell’ordine, che ha trovato studenti attenti e motivati, desiderosi di ascoltare e conoscere, per poter progettare il proprio futuro in quel ruolo cruciale e delicatissimo.

Questi devono essere i rapporti tra giovani, Scuola e Forze dell’ordine.
Così funziona una società libera, matura, coesa, partecipata e quindi sicura.
La Comunità educante, di fronte ai fatti di Firenze e di Pisa, non rimane solo sgomenta alla

finestra, ma si esprime ed esprimersi è in realtà molto facile.
Basta rileggere, meditare e praticare le parole della Costituzione Italiana – tutte, non solo qualcuna, e soprattutto nella loro connessione; una Costituzione fiorita sulle macerie di una dittatura esecrabile, che proprio sulla contrapposizione tra giovani generazioni e sicurezza giocò abilmente gran parte della sua non inarrestabile storia, prima in senso sovversivo e poi restauratore.

Basta, più brevemente, fare proprie senza esitazioni le parole del Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, garante dell’unità della Nazione e del rispetto della Costituzione degli Italiani, a commento dei tristi fatti fiorentini e pisani, condivise dall’attuale Ministro dell’Interno:

Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli, ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.

Un fallimento che non ci possiamo permettere.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO

Prof. Luca Stefani
(firma autografa omessa e sostituita a mezzo stampa ex art. 3 c.2 d.lgs. n. 39/93)

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